"L'uomo che dipingeva i suoi sogni" Marcel Proust.
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Il Simbolismo si sviluppò in Europa nell’ultimo scorcio del diciannovesimo secolo e nei primissimi anni del successivo.Più che un un gruppo o una scuola , è un movimento, un'atmosfera che abbraccia pittori e letterati di estrazione diverse, uniti dal disprezzo per il Positivismo e il progresso tecnologico e dalla volontà di ristabilire il primato della sfera spirituale.
Quello del Simbolismo è un'estetica difficile che affonda le sue radici nel Neoplatonismo, nelle scienze occulte e nelle dottrine mistiche. In tutta Europa si assiste alla diffusione di questo stato d'animo, che provoca una sorta di rigurgito romantico, un fenomeno evidente in arte e letteratura e anche in filosofia, musica teatro e arti minori. Il legame tra Simbolismo letterario e pittorico e correnti filosofiche è in realtà inscindibile. Un testo quale come volontà e rappresentazione di Schopenhauer, che opera una distinzione tra l'essere e l'apparire, e accolto in Francia con grande entusiasmo proprio dagli ambienti vicino al Simbolismo.Gli stessi artisti simbolici e i teorici del movimento individuano i loro percussori in alcuni artisti già attivi alla metà del secolo. In Francia tra i nomi più citati il primo
è quello di Gustave Moreau, del diciannovesimo secolo, allievo di Picot all'Ecole des Beaux-Arts di Parigi. Sebbene i suoi primi quadri ottengono un buon successo al Salon, l'artista avverte ben presto di approfondire il linguaggio accademico mescolandolo con suggestioni romantiche, per ottenere un risultato drammatico e toccante.Tra 1857, e il 1959 l'artista soggiorna in Italia, studia a Roma, Firenze e Venezia. Gli effetti degli studi italiani uniti all'Ecole des Beaux-Arts, si evidenziano nelle tele dipinti nei primi anni sessanta.
Edipo e la Sfinge 1864-New York-Metrpolitan Museum of Art Ad e Orfeo. Saranno queste due tele ad affascinare i surrealisti, eleggendolo a modello.
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DENTRO AL CAPOLAVORO
Gustave Moreau, è stato un'artista fuori dagli schemi, vicino agli ambienti accademici ma al contempo autonomo e originale , è sempre attentissimo al dettaglio. Moreau in questa tela cita liberamente la tradizione: lo sfondo, per esempio, tradisce la lezione di Leonardo da Vinci. La scelta dell'episodio, lo stile l'atmosfera incantata, l'ambiente e la gamma cromatica testimoniano la complessità dell'opera.Orfeo, personaggio complesso, eroe e vittima, assai vicino alle figure mitiche, come Promoteo o Edipo entrate nella letteratura simbolica in virtù del loro profondo valore allegorico.
Orfeo cantore e poeta, viene ucciso dalle Baccanti per aver rifiutato il loro amore. Orfeo è un personaggio assai caro all'arte e alla letteratura di Otto e Novecento. L'interpretazione di Moreau è molto originale ed esula dalla tradizione pittorica dell'epoca. Se altri artisti si concentrano sul momento drammatico dell'uccisione del giovane, Moreau preferisce ritrarre una scena meno usuale quella del ritrovamento da parte di una fanciulla tracia della testa e della cetra del poeta, gettate in un fiume dalle Baccanti.
Raffinatissimo il dettaglio dei pastori che suonano sulla roccia, in secondo piano, presenze che arricchiscono la scena di magia e si ha come la sensazione di un limbo senza tempo.
Il particolare della cetra è splendido! divenuto tutt'uno con la testa del poeta, in un'unione altamente simbolica con la propria arte, che ne renderà eterno il ricordo.
Orfeo, personaggio complesso, eroe e vittima, assai vicino alle figure mitiche, come Promoteo o Edipo, entrate nella letteratura simbolica in virtù del loro profondo valore allegorico.
Orfeo cantore e poeta, viene ucciso dalle Baccanti, per aver rifiutato il loro amore. Orfeo è un personaggio assai caro all'arte e alla letteratura di Otto e Novecento. L'interpretazione di Moreau è molto originale ed esula dalla tradizione pittorica dell'epoca. Se altri artisti si concentrano sul momento drammatico dell'uccisione del giovane, Moreau preferisce ritrarre una scena meno usuale quella del ritrovamento da parte di una fanciulla tracia della testa e della cetra del poeta, gettate in un fiume dalle Baccanti.
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Recentemente riscoperto Pierre Puvis de Shavannes è un'altra personalità chiave per lo sviluppo dell'arte, non solo quella di ambito simbolista. Nato nel 1824, scopre la propria vocazione artistica in un viaggio in Italia, tornato in Francia si iscrive prima ai corsi di pittura di scheffer, in seguito a quelli di Delacroix , infine per alcuni mesi frequenta l'atelier Couture maestro anche di Edouard Manet.Artista attento agli aspetti tecnici, per migliorare l'esito finale dell'opera e conferirgli un aspetto simile a quello di un affresco, l'artista stende sulla tela uno strato di gesso e colla, per per poi dipingervi con colori poco oleosi. Sono caratteristiche che la monumentalità dei progetti decorativi esalta e che fanno di Puvis uno dei pittori più richiesti per questo genere di interventi. Suoi sono alcuni dipinti che decorano il Pantheon e l'Hotel de Ville di Parigi. A questa importante produzione Puvis affianca opere da cavalletto, meno spettacolari ma altrettanto interessanti. Una delle sue tele più celebri è Il pescatore povero.Pierre Puvis. Fanciullo in riva al mare, 1881, Parigi, Musèe d'Orsay.
L'artista ritrae uno scorcio di vita quotidiana, simbolo di un tema ben più ampio e universale, sorta di meditazione sul concetto di miseria. Dove, la cruda realtà di un istante si colora di sfumature filosofiche . Allo stesso modo è significativa per la comprensione dell'opera di questo pittore fuori dal comune.
Fanciulle in riva al mare di Pierre Puvis, 1879 Parigi, Musèe d'Orsay
Tela di dimensioni riguardevole. 205 per 154 cm. Semplicissima nella composizione, si respira tutta la modernità del suo stile.
Un'atmosfera serena ma sospesa, quasi cristallizzata, permea la scena e avvolge i corpi statuari delle tre donne estraendole totalmente dalla realtà e circondate da un alone di mistero, la bidimensionalità della composizione, l'incantevole poeticità dell'insieme ben testimoniano le novità del linguaggio di Puvis, artista che sfugge decisamente a ogni definizione.
La lezione di Puvis sarà preziosissima per le avanguardie artistiche di inizio secolo.
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Odilon Redon nato nel 1840, approda alla pittura già trentenne, pur avendo dimostrato in passato notevole talento artistico. Nella prima fase della sua attività artistica esegue per lo più disegni a carboncino.
Raffinato intenditore d'arte, ancor prima che artista, Redon si avvicina al colore
con lo stesso spirito cui tratta il segno grafico, creando immagini misteriose, sospese in una sorta di eternità onirica, struggenti e simboliche.
Gli occhi chiusi offre una notevole testimonianza delle opere
a olio e a pastello, eseguite in questa nuova fase. Odilon Redon, è tra i più diretti precursori del Simbolismo.
Gli occhi chiusi, 1890, Parigi Musèe d'Orsay
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Offre il suo contributo alla nascita del Simbolismo in pittura anche Eugene Carrière, artista che ai suoi tempi gode di notevole fama e apprezzato. La sua produzione verte esclusivamente su un unico soggetto, la maternità, ispirata da modelli famigliari, sua moglie e i suoi cinque figli. Il suo stile, molto personale è caratterizzato da una tavolazza, quasi monocroma sui toni bruno, da un tocco rapido e sfumato.
La sua ricerca, incentrata su personalissime convinzioni spirituali, intende trasformare l'esperienza individuale in simboli universali.
Studente presso l'Ecole des Beaux-Arts di Parigi nel 1870, è stato dopo la Franco Prussiana studente dell'Accademia di Cabanel, 1823-1889, il cui più famoso dipinto, La nascita di Venere, 1863 Musée d'Orsay di Parigi, ma è riuscito a liberarsi velocemente dalle influenze che gli aveva dato uno stile che si mescolavano con i colori ricchi di Rubens e Velasquez, per andare da questo e penetrare in una dolce poesia che ha segnato tutta la sua opera, in particolare dalla metà degli anni Ottanta.
La famiglia di Eugene Carrière
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Pensiero.
Nasce tremulo,
incede esitante.
Si ferma un istante,
poi avanza sicuro.
Si libra lieve e ineffabile,
irraggiungibile e inafferrabile,
là dove non ci sono confini.
Annarita Ruberto
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Gustave Moreau assume indubbiamente,nel panorama artistico francese della seconda metà dell’ottocento,una collocazione assolutamente nuova e personalissima. Con la sua adesione al Simbolismo, dopo gli esordi classicheggianti, rinnega definitivamente la sensibilità e la cultura ottocentesche,ancora cariche di realismo, riuscendo a declinare i temi del gusto simbolista in maniera del tutto originale.
La sua pittura è raffinata,ricca di simbologie ed esplora con sensibilità quelle suggestive ed intime regioni della coscienza umana che fino ad allora erano rimaste sempre escluse da qualsiasi indagine artistica.
Il capolavoro "Giovane Tracia recante la testa di Orfeo" è unico nel suo genere. Risente indubbiamente delle suggestioni leonardesche...mi viene in mente il paesaggio de " La Vergine delle Rocce", conservato al Louvre e che ho visto dal vivo. Ma poi si stacca da tutto ciò che è precedente per interpretare il tema di Orfeo in modo unico e originale, come da te descritto nel post.
Un articolo superbo, Rosariella. Ti ringrazio di aver voluto inserire il mio breve componimento poetico adolescenziale in un contesto così straordinario.
Grazie per la vostra attenzione.
Maria Rosaria Di Lella.
Grazie per la vostra attenzione.
Maria Rosaria Di Lella.
Gustave Moreau assume indubbiamente,nel panorama artistico francese della seconda metà dell’ottocento,una collocazione assolutamente nuova e personalissima. Con la sua adesione al Simbolismo, dopo gli esordi classicheggianti, rinnega definitivamente la sensibilità e la cultura ottocentesche,ancora cariche di realismo, riuscendo a declinare i temi del gusto simbolista in maniera del tutto originale.
RispondiEliminaLa sua pittura è raffinata,ricca di simbologie ed esplora con sensibilità quelle suggestive ed intime regioni della coscienza umana che fino ad allora erano rimaste sempre escluse da qualsiasi indagine artistica.
Il capolavoro "Giovane Tracia recante la testa di Orfeo" è unico nel suo gnere. Risente indubbiamente delle suggestioni leonardesche...mi viene in mente il paesaggio de " La Vergine delle Rocce", conservato al Louvre e che ho visto dal vivo. Ma poi si stacca da tutto ciò che è precedente per interpretare il tema di Orfeo in modo unico e originale, come da te descritto nel post.
Un articolo superbo, Rosariella. Ti ringrazio di aver voluto inserire il mio breve componimento poetico adolescenziale in un contesto così straordinario.
Un bacione.
Eccola... C'è poco da aggiungere di come è scritto Annarita! Sette anni fa!
RispondiEliminaSolo che. È un straordinario lettura! Ti lascio un abbraccione cara Rosy...
Quanti bei commenti tuoi custodisco ancora nel mio blog.
Era bellissimo la vita di blogger! Quata condivisione! Di emozioni, buon sentimenti..
Poi arrivo fb e poco alla volta ...
Peccato però!