Dal vedutismo del Canaletto al clic della macchina fotografica.
Il Canaletto, pittore e incisore ( Venezia, 1697-1768.Iniziò la sua attività come scenografo, in colaborazione con il padre ch'era, appunto pittore di teatro.Non tutto nella vasta produzione, che va sotto il nome di C. è da riconoscere interamente suo: data l'ampiezza delle richieste, sopratuttodei viaggiatori inglesi che in gran numero visitavano Venezia e ne riportavano vedute come ricordo.
Le prime vedute fin verso il 1730 sono dipinte con maggior scioltezza pittorica, in tonalità calde e vivamente contrastante.In seguito accentuò maggiormente l'inteliatura prospettica.Intorno a questi anni il C. doveva essere in rapporto con il console inglese j Smith divenuto in seguito noto mercante d'arte, che pare facesse da intermendario fra il C. e i clienti inglesi( le sue tele infatti nella grandissima maggioranza si trovano ancora oggi in Inghilterra.
Il C. che, nonstante la grande attività e rinomanza i colleghi veneziani rifiutarono fino al 1775 di accettare nell'accademia di pittura fondata nel ne 1763 considerando la pittura di veduta di basso grado nella gerarchia dell'arte,appare invece a noi oggi uno dei maggiori artisti veneziani, anzi europei, del suo tempo, su una linea storica che porta direttamente al cuore, della migliore pittura dell'ottocento.
Le prime vedute fin verso il 1730 sono dipinte con maggior scioltezza pittorica, in tonalità calde e vivamente contrastante.In seguito accentuò maggiormente l'inteliatura prospettica.Intorno a questi anni il C. doveva essere in rapporto con il console inglese j Smith divenuto in seguito noto mercante d'arte, che pare facesse da intermendario fra il C. e i clienti inglesi( le sue tele infatti nella grandissima maggioranza si trovano ancora oggi in Inghilterra.
Il C. che, nonstante la grande attività e rinomanza i colleghi veneziani rifiutarono fino al 1775 di accettare nell'accademia di pittura fondata nel ne 1763 considerando la pittura di veduta di basso grado nella gerarchia dell'arte,appare invece a noi oggi uno dei maggiori artisti veneziani, anzi europei, del suo tempo, su una linea storica che porta direttamente al cuore, della migliore pittura dell'ottocento.
L’opera è stata pubblicata per la prima volta da William George Constable con l’erroneo titolo di ‘Villa Pisani, corretto da Richard J. Zimmerman in una lettera indirizzata allo studioso in data 27 marzo 1962.
Si tratta, in realtà, di una veduta delle Prigioni Pubbliche, uno degli edifici più imponenti che si affacciano sul molo. Le nuove carceri furono costruite in sostituzione di quelle vecchie, sovraffollate, buie e senz’aria, che si trovavano all’interno di palazzo Ducale. In seguito all’incendio che nel 1577 aveva danneggiato alcuni locali di questo palazzo, si decise di costruire una nuova sede delle prigioni, a uso esclusivo di luogo di pena e di detenzione, con spazi più grandi, areati e meglio illuminati.
L’edificio sorge al di là del rio di Palazzo, adiacente a Palazzo Ducale, al quale in seguito fu congiunto con la costruzione del ponte dei Sospiri. Questo ponte fu chiamato così perché i detenuti in attesa di giudizio lo attraversavano per recarsi agli uffici del tribunale che si trovavano in Palazzo Ducale.Il dipinto possiede la più illustre provenienza che si possa chiedere ai quadri del Canaletto, poiché gli fu commissionato dal suo più importante mecenate e agente, il console Joseph Smith, che nel 1762 lo vendette, insieme a gran parte della sua collezione, a re Giorgio III d’Inghilterra. Originariamente, faceva parte della serie dei tredici capricci su tela, aventi tutti le stesse misure, concepiti, probabilmente, come sovrapporte per decorare Palazzo Mangili-Valmarana, la celebre residenza del console sul Canal Grande, appena sopra il Ponte di Rialto. Cinque di questi quadri sono firmati e datati 1744, anno al quale, presumibilmente, si deve fare risalire l’esecuzione dell’intero gruppo e in cui lo Smith ottenne la nomina di console inglese
Dall'opera"Le mie prigioni" I così detti Piombi sono la parte superiore del già Palazzo del Doge, coperta tutta di piombo.La mia stanza aveva una gran finestra, con enorme inferriata, e guardava sul tetto, parimente di piombo, della chiesa di S. Marco. Al di là della chiesa, io vedeva in lontananza il termine della piazza, e da tutte parti un'infinità di cupole e di campanili. Il gigantesco campanile di S. Marco era solamente separato da me dalla lunghezza della chiesa, ed io udiva coloro che in cima diesso parlavano alquanto forte. Vedevasi anche, al lato sinistro della chiesa, una porzione del gran cortile sta un pozzo pubblico, ed ivi continuamente veniva gente a cavare acqua.Ma la mia prigione essendo così alta, gli uomini laggiù mi parevano fanciulli, ed io non discerneva le loro parole, se non quando gridavano. Silvio Pellico.
Il vedutismo veneziano di Antonio Canaletto Il Vedutismo è un genere pittorico fiorito nella seconda metà del Seicento in Olanda e presto diffuso in Italia, dove conobbe particolare sviluppo esso dà vita a raffigurazioni degli scorci architettonici e scene di vita di città dal glorioso passato storico come Venezia e Roma. Accanto alla scena di genere o ambientale e al ritratto, l'altra tipica specializzazione settecentesca, particolarmente diffusa a Venezia, è appunto la veduta.
Soltanto nel Settecento la «veduta», indipendentemente dalla presenza attiva dell'uomo, diventa protagonista. Il contesto culturale che determina il nuovo indirizzo è l'ideologia illuminista, che cerca di capire attraverso i lumi della ragione le logiche organizzative, sociali ed economiche della società in cui siamo inseriti.
Soltanto nel Settecento la «veduta», indipendentemente dalla presenza attiva dell'uomo, diventa protagonista. Il contesto culturale che determina il nuovo indirizzo è l'ideologia illuminista, che cerca di capire attraverso i lumi della ragione le logiche organizzative, sociali ed economiche della società in cui siamo inseriti.
Ponte di Westminster Bridge...oggi
Canaletto: Il bacino di San Marco. 1738-40, olio su tela.
Museum of Fine Arts, Boston, MA, Stati Uniti d'America.
Museum of Fine Arts, Boston, MA, Stati Uniti d'America.
Le immagini degli scorci urbani sono anche richieste da chi, non potendo affrontare un lungo viaggio, desiderava ugualmente conoscere, almeno attraverso la rappresentazione pittorica, luoghi tanto famosi. Si tratta di vedute per lo più scrupolosissime. Anzi, per ottenere maggiore verità di quanta non possa restituirla l'occhio umano, ci si serviva di uno speciale apparecchio, la «camera ottica», uno strumento ( conosciuto fin dai tempi più antichi ) che, come avviene nella camera oscura, facendo passare all'interno, mediante un piccolo foro, i raggi della luce, permetteva di proiettare l'immagine della realtà sulla superficie opposta, dove appariva capovolta e sfocata; raddrizzata e resa nitida con lenti e specchi, essa, riflessa su uno schermo di carta oleata o su un vetro smerigliato, veniva ricalcata dall'operatore.
Gli esiti delle rilevazioni della camera ottica sono comunque appunti, schizzi, successivamente rielaborati e dipinti in studio: scaraboti, ossia scarabocchi, li definiva il Canaletto, il quale aggiungeva in essi anche notazioni riguardanti il colore o le eventuali distorsioni causate dalla camera. La «camera ottica» non è certo delegata ad annullare la personalità dell'artista. Essa è uno strumento necessario, nella concezione illuminista, per riscoprire l'oggettività razionale della prospettiva, dopo che il virtuosismo scenografico barocco con le sue scenografie illusionistiche aveva impedito un esame ordinato della realtà ambientale. Il razionalismo settecentesco, ristudiando da capo le leggi prospettiche, ne verifica la validità con l'uso della macchina e offre una qualche certezza sulle modalità percettive dell'occhio umano, capaci di dar vita allo spazio figurativo prospettico, pur senza escludere alcune deformazioni dovute alle aberrazioni ottiche.
L'abbazia di Westminster come appare oggi, è larga 34 metri e lunga 156. Il soffitto si trova a 34 metri di altezza. All'interno la moltissime cappelle o angoli dedicati a tombe per i regnanti che si sono succeduti e per gli uomini inglesi di maggior spicco. Moltissime sono le statue e le opere d'arte ingenere risalenti al rinascimento ed al periodo vittoriano. ALcune di esse non sono propriamente religiose, come ad esempio il monumento intitolato a Sir Isaac Newton (1713) o la statua sempre dedicata ad Isaac Newton, o le statue dedicate ai poeti Ben Jonson e Jhon Milton (parte del cosiddetto Poet's Corner o angolo dei poeti). In questo angolo sono effettivamente seppellite le spoglie di alcuni dei più importanti poeti inglesi; per altri vi sono solamente delle statue commemorative.
Nel 1719 è 1720, Canaletto si recò a Roma e vi dipinse scene per opere si accentò maggiormente l'inteliatura dello Scarlatti.Probabile che a Roma abbia conosciuto le vedute del Vanvitelli e d'altri pittori fiaminghi e olandese che quivi lavoravano.C. guardò molto le opere di Luca Carlevarjis da cui apprese probabilmente l'uso della camera ottica.Nel 1722, è probabile che il C. era in contatto con quegli "amatori inglesi che furono i suoi maggiori committenti per tutta la vita"Si volse allora dal teatro alla veduta, dando inizio a una attività che fino alla morte fu intensissima.
A Venezia si ha tuttavia l'espressione più nota del vedutismo italiano, anche per la larga fortuna ottenuta all'estero.Oltre al Canaletto e a Luca Carlevarijs, altri ricercati vedutisti furono Bernardo Belletto, Michele Maneschi e Francesco Guardi. L'ambiente veneziano si caratterizzò per una pittura attenta ai particolari minuti e reali desunti dal modello vanvitelliano già sul finire del Seicento.per il giovane Canaletto fu importante la conoscenza, avvenuta a Roma, del vedutismo vanvitelliano.
Canaletto:Riva degli schiavoni oggi
Canaletto:Santa Maria della Salute 1730.
Oggi
@@@@@@
Immagini da Google. Notizie dal lbro storia dell'arte.
Grazie Rosy, per l'omaggio al nostro grande pittore e a Venezia. Io abito sulla terraferma ma ogni tanto una capatina al centro storico la faccio!Un caro saluto
RispondiEliminaIo lo conoscevo come Giovanbattista Canal, ma a parte questo, le sue vedute sono ancora un modello per chi d'arte s'intende e si diletta! Ciao, Arianna
RispondiEliminaArianna sono andata a vedere meglio il nome del Canaletto è questo...Giovanni Antonio Canale, detto il Canaletto...avevo saltato Giovanni.
RispondiEliminaUn certo Giovanbattista canal, c'è ma era il nipote del Canaletto.
Grazie per la precisasione.
Ciao rosy.
Grazie Angelo azzurro del tuo passaggio, dietro mio invito.
RispondiEliminaQuando farai la tua capatina al centro, portami con te.
Ciao.
Eccomi Rosy!un post e la musica che lo accompagna, giusti per dare un po' di serenità al cuore, per colmare gli occhi di belle immagini e per farmi provare tanta nostalgia di Venezia.
RispondiEliminaUn bacio
Eh..che vuoi, un refuso a volte ci può stare! Ciao e felice Pssqua, Arianna!
RispondiEliminaSono arrivata finalmente su questo tuo incredibile blog!
RispondiEliminaIncredibile nel senso che è veramente ben fatto, con il giusto accompagnamento musicale.
Cara Rosy. devo tornare per vedere anche i post più vecchi.
Per ora ti esterno i miei complimenti!
A presto, un abbraccio
Lara
Ciao il Tuo blog è una miniera di cultura....complimenti!
RispondiEliminaTi auguro una buona Pasqua a Te e Famiglia!
Sono contenta che ti è piaciuto e che ha risvegliato anche qualche ricordo anche se nostalgico.
RispondiEliminaCiao.
Grazie Lara accetto i complimenti contenta...tu non sai quanto lavoro ci sta su questo blog...mettici che è la terza volta che lo ricomicio...
RispondiEliminaGrazie. ciao-
Adamus, tanti auguri anche a te e famiglia a te un augurio speciale.
RispondiEliminaCiao
Questo post mi era sfuggito! Per fortuna l'ho recuperato perché non potevo perdermelo dato che il Canaletto è un artista che apprezzo sommamente!
RispondiEliminaSenti cara, appena avrai implementato il blog con alcuni altri post, te lo recensisco su web 2.0 and something else e inserisco il link nella mia "famosa" vetrina d'onore, sino ad una successiva segnalazione di altro blog.
Che ne dici?
Baci
annarita
Annarita, solo adesso mi collego, sto con i nipotini.
RispondiEliminaPer me è un grande onore la tua proposta.
Ti abbraccio e ti rinnovo gli auguri.
Il mio è un passaggio frettoloso perchè Marietto e Claudia, pretendono il pc.
Baci.