Per conservare vivi e funzionanti i nostri rapporti con gli antichi maestri, in ultima analisi, è necessario forzarli. Questa lucida affermazione di Francis Haskell ci ricorda quanto sia difficile, per la storia dell'arte come disciplina scientifica, tenere in vera tensione il dialogo personale, intellettuale ed emotivo con le opere d'arte del passato.Anche per questo è importante ricordare che le più penetranti, pur se spesso le più forzate, interpretazioni di un artista sono state elaborate da altri artisti.

mercoledì 20 aprile 2011

San Pietroburgo

Nuove Capitali- San Pietroburgo, Edimburgo, Berlino Washington.

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L'idea barocca di uno spazio razionalmente ordinato ed esteso "all'infinito" ha il suo diretto corrispondente nell'idea di città capitale, intesa quale centro di forze che si estendono oltre i propri confini.
mentre nella capitale italiana i punti focali collegati da ampi viali prospettici sono gli edifici di culto, Parigi assegna invece la medesima funziona alle piazze, la cui semplice forma geometrica è ideata per ospitare  al  centro la statua del sovrano: il punto  focale diventa quindi l'immagine del sovrano assoluto. Nel corso del regno di Luigi XIV Parigi ha ormai acquisito una forma pressochè definitiva.
 La pianificazione urbanistica di Torino costituisce un ulteriore esempio di come il sistema ideale di monarchia assoluta si rifletta anche sull'idea di città e sulla relativa organizzazione urbanistica.
Nonostante ciò in nessuna delle tre  città la concezione planimetrica barocca si è espressa al meglio, in quanto la maglia urbana teneva conto di una situazione già esistente.


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San Pietroburgo
Nelle due immagini la cattedrale dei Santissimi Pietro e Paolo-1704-1803
L'ammiragliato 1712-1733

All'inizio del Settecento il nuovo zar Pietro il Grande inaugura una nuova stagione politica e impone alla Russia un'importante svolta al fine di eliminare le ormai arretrate strutture feudali, dando avvio a un rapido processo di svecchiamento. A tal fine lo stesso organizza viaggi in Olanda e Inghilterra, acquisendo direttamente i nuovi principi culturali derivati dall'Occidente.Il suo intento di trasformare la Russia in una grande potenza europea si esprime in particolare in una realizzazione dal forte connotato simbolico: la fondazione di una nuova capitale, Pietroburgo.
Nel 1709 la città comincia a crescere e nel 1712 Pietro il grande dichiara Pietroburgo capitale del regno trasferendovisi con la famiglia. Nel frattempo il forzato processo di edificazione di San Pietroburgo prosegue a ritmi serrati e lo zar impone agli alti funzionari dello stato e all'aristocrazia di trasferirsi nella nuova capitale.Dopo il 1740 Pietroburgo assume il ruolo definitivo di centro della vita di corte. Lo sviluppo dell'insediamento è organizzato per lo più sulla riva sinistra della Neva, dove dal palazzo dell'Ammiragliato si diramano le principali direttrici su cui si organizzerà la crescita urbana.

Bartolomeo RastrelliPalazzo Stroganov,1750-1754 San Pietroburgo.Mentre sotto Pietro il Grande l'architettura è caratterizzata da una razionale sobrietà, durante il regno di Elisabetta (1741- 1757) figlia di Pietro il grande, si assiste a una maggiore esuberanza decorativa.In questo periodo opera nella capitale Rastrelli; a lui si devono il palazzo Stroganov,
la seconda versione del palazzo d'inverno
Il museo occupa in realtà cinque edifici, uno più sontuoso dell'altro: il palazzo d'Inverno, il Piccolo Ermitage, il Grande Ermitage, il Nuovo Ermitage ed il teatro dell'Ermitage
L’Ermitage o Palazzo della solitudine è il museo che Caterina la Grande iniziò a creare a San Pietroburgo a partire dal 1746. Per buona parte è ospitato da quello che noi conosciamo come Palazzo d’Inverno (nella foto), certamente il più famoso edificio imperiale della splendida città russa.

e il monastero di Smolny (1744- 1757), si presenta come una riuscita sintesi tra gli elementi tipici delle tradizioni russe e le tendenze architettoniche dell'età barocca.
L'opera di Rastrelli influenza parecchio la produzione architettonica di questo periodo, finchè, verso il 1760, sotto il regno di Caterina II (1762-1796), l'orientamento artistico muta a favore del Neoclassicismo
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Caterina, è alla continua ricerca di artisti occidentali, in particolare dell'opera degli illuministi francesi, con cui mantiene rapporti epistolari, che numerosi chiama a collaborare. In particolare è il  barone Grimm, ministro di Caterina, a condurre Giacomo Guarenghi  a S Pietroburgo.L'architetto italiano sarà uno dei più importanti artefici della tradizione neoclassica. Tra le sue opere figurano il teatro dell'Ermitage (1783-1787), direttamente ispirato al teatro olimpico di Vicenza

Il Ponte dell'Ermitage di fronte al teatro.
Progettato come teatro palatino, il Teatro dell'Ermitage venne costruito tra il 1783 ed il 1787 per volere di Caterina la Grande su un progetto di stile palladiano disegnato da Giacomo Quarenghi. Qui sorgeva già una struttura fatta edificare da Pietro il Grande che venne pertanto demolita in quanto vecchia e cadente, anche se alcune tracce di questa vecchia fondazione sono ancora oggi visibili sul pavimento del pian terreno. Il disegno di Quarenghi per il teatro venne realizzato anche su incisione e venne pubblicato nel 1787, consentendogli di riscuotere il successo delle altre corti europee.
La capitale Russa completa la sua fisionomia nei primi decenni dell'Ottocento arricchendosi sempre più di grandi complessi edilizi verso il linguaggio eclettico e il decorativismo aulico in voga verso la metà del secolo.
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Cara Rosy, si usa porre ogni stellina per misurare le opere non solo sul web e con questo tuo post a quante stelline siamo? Non lo diciamo, ma sono già ad un livello ragguardevole.

Però sii sempre modesta ed amabile come sei, senza insuperbirti mai. 

Guarda, per esempio, la sorte di uno che ebbe tante stelline che non si contano, Pietro il Grande, grazie al quale la Russia ebbe un piedistallo considerevole in seno all'Europa delle grandi potenze. E questo post ne è la dimostrazione. Ecco un grande, tanto da indurre, anni fa, poco prima del 1997, autorevoli di Mosca a erigere per lui una enorme statua. Proprio quelli della città che fu quasi odiata da questo famoso zar di tutte le Russie! 
Però su questo monumento di 97 metri, che è al 6° posto, o 7°, tra le statue più alte del mondo, sorgono delle perplessità.
Su wikipedia:
(...) Realizzata su progetto dell'architetto Zurab Tsereteli, concepita per raffigurare Cristoforo Colombo, fu donata agli Stati Uniti d'America nel 1992 in occasione del 500° anniversario della scoperta dell'America. Rifiutata a causa della sua bruttezza è stata "riciclata" come statua raffigurante Pietro il Grande ed è stato, infine, deciso di collocarla a Mosca. La testa del condottiero genovese fu sostituita con quella dello zar, ma le tre caravelle rimasero, lasciano il dubbio sull'accostamento tra esse e Pietro il Grande.
E su un articolo del giornale Repubblica del 1997, assai imbarazzante, e non si fa cenno ai suddetti precedenti americani.

Titolo : TUTTA MOSCA INORRIDISCE PER LA STATUA DI PIETRO IL GRANDE.
Comincia con tanti blà, blà che ometto e inizio da qui:

Nella Mosca sovietica non c'erano monumenti dei Romanov, tantomeno di Pietro il Grande, lo zar delle prime riforme, della modernizzazione, dell'apertura all'Occidente. Crollata l'Urss, mentre da un capo all'altro della nazione rotolavano teste di Lenin e busti di Stalin, le autorità della capitale hanno pensato di rimediare. Il sindaco, Jurij Luzhkov, ha affidato a uno scultore di sua fiducia, il georgiano Zurab Tsereteli, il progetto di una statua di Pietro I. 

I lavori sono durati un anno e mezzo, e costati una fortuna, pari a 30 miliardi di lire. Ma solo recentemente, da sotto le impalcature, è sbucata l'opera pressoché conclusa. E immediatamente sono partite le polemiche. Lo zar in formato gigante non è piaciuto a nessuno. "Gulliver, Terminator, il Ciclope", lo ha soprannominato la stampa locale. "Un orribile pugno negli occhi", ha sentenziato la critica, architetti, urbanisti, artisti.

E qui altri tanti blà, blà, sull'autore della scultura in questione, Zurab Tsereteli e sul sindaco di Mosca, Luzhkov, preso per le sue personali questioni politiche, per giungere a quanto ci interessa sul monumento di Pietro I il Grande.

Ora la polemica sulla statua di Pietro il Grande segnala un altro fenomeno: dopo decenni di realismo socialista, il gusto artistico dei russi sta cambiando. Il 60enne Luzhkov appartiene a una generazione che predilige l'arte grandiosa, monumentale, agiografica, tipica del periodo sovietico. Ma i moscoviti più giovani rivelano inclinazioni differenti. L'idea che più una cosa è grande, maestosa, più è bella, non va più di moda. "Vogliamo una città dinamica, moderna", dice il promotore della rivolta, il gallerista Gelman. E del resto, una riproduzione di se stesso alta sessanta metri non sarebbe piaciuta nemmeno allo zar più dinamico e moderno della storia russa: Pietro I, che era "Grande" di statura e di genio, ma aveva il senso delle proporzioni, come dimostra la meravigliosa città che ci ha lasciato. Vedi articolo qui.

Buona domenica, Gaetano. 30 maggio 2010 09.44




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