Arte, Tecnologie e Costume a Confronto

Il principe istituisce una Commissione reale e promuove una sottoscrizione pubblica, a cui partecipano molti industriali ma anche alcuni rappresentanti dei lavoratori.
L'Inghilterra è notevolmente avanti nell'organizzazione del lavoro industriale e, alla metà de XIX secolo, si presenta come la nazione più economicamente potente e prospera di tutta Europa.
La sede della manifestazione viene costruita in pochissimo tempo, in Hyde Park su progetto di un architetto autodidatta, di professione giardiniere: Joseph Paxton. Il successo dell'evento è immediato: il giorno dell'apertura cinquecentomila persone attendono fuori dall'edificio di Paxton, detto Crystal Palace in virtù della sua struttura di ferro e vetro, ansiosi di visitare la grande Esposizione.(stampa d'epoca)
Prosper Lafaye- 1851-1881-Londra-
Victoria and Albert Museum
I quadri e le stampe del tempo ricordano l'umanità varia che attraversa le sale della Great Exhibition,testimoniando, naturalmente anche il passaggio della famiglia reale, che visitano il padiglione indiano.
L'indiscutibile successo commerciale dell'evento genera immediatamente una serie di proposte simili,in tutta Europa e negli Stati Uniti. Segue l'esempio inglese New York nel 1853 e poi la Francia, che nel 1855 organizza, sulla scorta di iniziative minori nate a partire dal 1798, la prima Esposizione universale parigina. Da allora la grande macchina delle esposizioni internazionali non si ferma più, almeno fino allo scoccare del nuovo secolo.

Il padiglione centrale dell'Esposizione Universale
del 1889
Parigi- Musèe Carnavalet.
Le esposizioni universali diventano uno straordinario mezzo di propaganda e non sono mai fini a se stesse: esse sono l'espressione dell'indirizzo politico ed economico della nazione che le ospita e organizza.
Ogni occasione sembra giustificarle dalla celebrazione dell'unità nazionale negli Stati Uniti ai festeggiamenti per i cento anni della Rivoluzione francese.
A differenza di Londra che è esplicitamente motivata da ragioni economiche, ben più che ideologiche o politiche; gli organizzatori della manifestazione sottolineano in più occasioni il valore positivo della libera concorrenza e della promozione del commercio e la necessità di abolire i dazi doganali. Del tutto diverso è l'intenzione dell'esposizione Newyorkese del 1853, con la quale, in un momento di forte tensione tra stati del nord e stati del sud,si vuole affermare la superiorità dell'imprenditoria nordista
A differenza di Londra che è esplicitamente motivata da ragioni economiche, ben più che ideologiche o politiche; gli organizzatori della manifestazione sottolineano in più occasioni il valore positivo della libera concorrenza e della promozione del commercio e la necessità di abolire i dazi doganali. Del tutto diverso è l'intenzione dell'esposizione Newyorkese del 1853, con la quale, in un momento di forte tensione tra stati del nord e stati del sud,si vuole affermare la superiorità dell'imprenditoria nordista
sull'oligarchia agraria e schiavista del sud
La grande esposizione viennese del 1873, è l'occasione per confermare
il ruolo politico di un impero pesantemente indebolito dalle sconfitte militari
e dalla scissione dell'Ungheria. Più emblematico è il caso di Parigi che, se nel
1855 celebra l'affermazione del Secondo Impero, nel 1878 cura le ferite della
sconfitta nella guerra prussiana, della caduta del regno di Napoleone III e del
sanguinoso epilogo della comune di Parigi.
L'Italia ancora frantumata in piccoli stati dovrà attendere l'unità per organizzare
la propria Esposizione Universale, sebbene in alcune manifestazioni regionali, come
quella ospitata a Torino nel 1858, siano già presenti alcuni espositori stranieri.
Panorama dell'Esposizione di Parigi del 1878 in una stampa d'epoca.
La macchina delle esposizioni universali ha ingranaggi complessi, che oggi è possibile ricostruire e comprendere grazie ai numerosi cataloghi, articoli, alle guide sul tema, ai resoconti dei visitatori più attenti.
Macchina motrice verticale della ditta Powel di Rouan vincitrice di una medaglia d’oro nel corso dell’Esposizione Universale del 1867 a Parigi.(stampa d'epoca)

all'esposizione universale di Parigi, nel 1878, è in grado di trasportare a cinquanta metri di altezza una cinquantina di persone, o come invenzioni destinate a un grande futuro: il fonografo di Edison, il telefono di Bell, la macchina da scrivere, il fornello a petrolio per uso domestico di Besnard e Maris, il motore a quattro tempi, i nuovi modelli di automobile, la pila di Volta e i coloranti all'anilina.
Cannone in acciaio della ditta Krupp di Essen, Prussia. Questo cannone, per via del peso di 50 tonnellate, ebbe bisogno della realizzazione di un carro ferroviario apposito per essere trasportato L'Esposizione Universale del 1867 a Parigi.
Alfred Krupp decide di partecipare alla prima edizione londinese per far fronte alla pericolosa concorrenza delle industrie inglesi. La krupp mette in mostra giganteschi cannoni, il più famoso esposto nel padiglione della Prussia all'esposizione di Parigi nel 1855, viene acquistato da Napoleone III che lo impiega a Vincennes: frutterà ad Alfred Krupp la
Legione d'onore di Francia (stampa d'epoca)
.jpg)
Padiglionedell'istmo di Suez in mostra a Parigi nel 1867 ( stampa d'epoca)
la Great Exhibition di Londra aveva escluso la pittura dalle sale della mostra: essa" ( ...) trasfonde sulla tela un ordine di studi, di soggetti, di passione (...) estranei all'industria)", spiega a questo proposito la commissione organizzatrice dell'evento.
La pittura viene accolta all'Esposizione universale tenutasi a Parigi nel 1855:
si tratta di una decisione non priva di sfumature polemiche verso l'Inghilterra, tesa a ristabilire la superiorità francese in ambito culturale.
Napoleone III firma un decreto che recita:
" Considerato che l'esposizione universale è uno dei mezzi più efficaci di contribuire al progresso delle arti (...) che il perfezionamento dell'industria hanno finora riservato alle opere d'arte uno spazio insufficiente (...), spetta sopratutto alla Francia, la cui industria tanto deve alle belle arti, di assegnar loro nella prossima Esposizione universale il ruolo che meritano": un vero e proprio proclama della superiorità francese.
L'esclusione dell'arte è un'eccezione tutta inglese: già nel 1853 a Dublino e nello stesso anno a New York la pittura ottiene una propria sezione, per acquisire un'importanza straordinaria nelle edizioni francesi.
..........
Post abbastanza lungo per narrare in breve uno spaccato di vita molto importante e bello di un secolo di cammino dell'umanità. Vivere nel presente, proiettandosi nel futuro è essenziale per continuare a camminare e crescere tutti insieme. Ma dare uno sguardo al passato è ancora più importante -Un popolo che dimentica il passato e un popolo senza futuro.- Buona Settimana a tutti. Rosaria. (E pensare che non sapevo nulla di tutto questo) Stampe d'epoca e notizie riportate dal libro - La Storia dell'Arte
Gaetano ha detto...
Cara Rosy, l'edificio di Paxton, detto Crystal Palace, che apre la tua disamina sulle grandi iniziative del XIX secolo per l'esposizione di manufatti provenienti da tutto il mondo, mi solletica non poco per intervenire e aggiungere delle cose assai utili a sapersi.
È il lato ingegneristico, e non tanto il mondo delle Belle Arti, che fa da background alla novità del XIX secolo, un fatto rilevante che domina le nuove rivoluzionarie concezioni dell'arte edificatoria da quel momento in poi.
Sono cose che mi sono particolarmente care, essendo stato un buon progettista autodidatta di strutture e impianti industriali e particolarmente di macchine robotizzate. Giusto un simbolico parallelo con quel valente progettista del Crystal Palace, l'architetto, Joseph Paxton, autodidatta pure lui.
Si tratta del modo con cui il secolo XIX apre alla modernità che consisteva nel rappresentare la relativa storia non per mezzo di una costruzione astratta, ma come «commento a una realtà» (Tiedemann, 2000, p. XIII).
L'idea è di adottare, nella storia, il principio del montaggio, ovvero di erigere, insomma, le grandi costruzioni sulla base di minuscoli elementi costruttivi, ritagliati con nettezza e precisione. È l'avvento della prefabbricazione che solo nel tardo '900 si realizza nella sua pienezza.
L'opera di Paxton, detto Crystal Palace, consisteva in una struttura di ferro e vetro lunga 1848 piedi e larga 408. Il fatto che sia la struttura in ferro sia i pannelli in vetro fossero prefabbricati e intercambiabili abbreviò moltissimo i tempi della realizzazione, soltanto sei mesi circa. Un unico grande padiglione ma di un'estensione di 19 acri; struttura effimera, fu smontata all'indomani dell'esposizione e trasportata a Sydenham, un suburbio di Londra – esempio di architettura di breve durata tipica per un lungo periodo delle esposizioni.
Il titolo per esteso dell'esposizione, dunque il suo contenuto, fu The Great Exhibition of the Works of Industry of all Nations ed ebbe luogo in Hyde Park, come già detto.
Il nome è importante perché dichiara fin dall'inizio i suoi obiettivi: non solo una manifestazione artistica ma anzi, soprattutto, la prima dedicata ai prodotti, alla merce, oltre che al commercio e alle relazioni internazionali e al turismo. Dunque una chiara manifestazione della nuova classe emergente, la borghesia, che ha come scopo quello di raggiungere una massa di pubblico sempre più ampia per mostrare – si potrebbe aggiungere: con eventi spettacolari – il progresso della nuova epoca, quello della città moderna. Il potere politico, testimoniato dalla competizione-rivalità degli Stati e dal tema del colonialismo, e il potere economico, esplicitato dal volume del mercato degli affari, sono assolutamente in mostra in tutte le esposizioni. Fonte:
Gaetano ha detto...
Cara Rosy, l'edificio di Paxton, detto Crystal Palace, che apre la tua disamina sulle grandi iniziative del XIX secolo per l'esposizione di manufatti provenienti da tutto il mondo, mi solletica non poco per intervenire e aggiungere delle cose assai utili a sapersi.
È il lato ingegneristico, e non tanto il mondo delle Belle Arti, che fa da background alla novità del XIX secolo, un fatto rilevante che domina le nuove rivoluzionarie concezioni dell'arte edificatoria da quel momento in poi.
Sono cose che mi sono particolarmente care, essendo stato un buon progettista autodidatta di strutture e impianti industriali e particolarmente di macchine robotizzate. Giusto un simbolico parallelo con quel valente progettista del Crystal Palace, l'architetto, Joseph Paxton, autodidatta pure lui.
Si tratta del modo con cui il secolo XIX apre alla modernità che consisteva nel rappresentare la relativa storia non per mezzo di una costruzione astratta, ma come «commento a una realtà» (Tiedemann, 2000, p. XIII).
L'idea è di adottare, nella storia, il principio del montaggio, ovvero di erigere, insomma, le grandi costruzioni sulla base di minuscoli elementi costruttivi, ritagliati con nettezza e precisione. È l'avvento della prefabbricazione che solo nel tardo '900 si realizza nella sua pienezza.
L'opera di Paxton, detto Crystal Palace, consisteva in una struttura di ferro e vetro lunga 1848 piedi e larga 408. Il fatto che sia la struttura in ferro sia i pannelli in vetro fossero prefabbricati e intercambiabili abbreviò moltissimo i tempi della realizzazione, soltanto sei mesi circa. Un unico grande padiglione ma di un'estensione di 19 acri; struttura effimera, fu smontata all'indomani dell'esposizione e trasportata a Sydenham, un suburbio di Londra – esempio di architettura di breve durata tipica per un lungo periodo delle esposizioni.
Il titolo per esteso dell'esposizione, dunque il suo contenuto, fu The Great Exhibition of the Works of Industry of all Nations ed ebbe luogo in Hyde Park, come già detto.
Il nome è importante perché dichiara fin dall'inizio i suoi obiettivi: non solo una manifestazione artistica ma anzi, soprattutto, la prima dedicata ai prodotti, alla merce, oltre che al commercio e alle relazioni internazionali e al turismo. Dunque una chiara manifestazione della nuova classe emergente, la borghesia, che ha come scopo quello di raggiungere una massa di pubblico sempre più ampia per mostrare – si potrebbe aggiungere: con eventi spettacolari – il progresso della nuova epoca, quello della città moderna. Il potere politico, testimoniato dalla competizione-rivalità degli Stati e dal tema del colonialismo, e il potere economico, esplicitato dal volume del mercato degli affari, sono assolutamente in mostra in tutte le esposizioni. Fonte:
Nessun commento:
Posta un commento