Per conservare vivi e funzionanti i nostri rapporti con gli antichi maestri, in ultima analisi, è necessario forzarli. Questa lucida affermazione di Francis Haskell ci ricorda quanto sia difficile, per la storia dell'arte come disciplina scientifica, tenere in vera tensione il dialogo personale, intellettuale ed emotivo con le opere d'arte del passato.Anche per questo è importante ricordare che le più penetranti, pur se spesso le più forzate, interpretazioni di un artista sono state elaborate da altri artisti.

domenica 30 settembre 2012

Amedeo Modigliani

L'ultimo vero Bohèmien
La vita e i tempi di Modigliani


Amedeo Modigliani, tra i migliori pittori e scultori  italiani del Novecento, è ricordato tanto per la sua vita irrequieta quanto per la bellezza della sua arte.
Lavorò per di più a Parigi, dove fece parte di una straordinaria generazione di pittori e scultori che sovvertirono le convenzioni e diedero all'arte un nuovo indirizzo..Affascinante e di bell'aspetto, Modigliani tuttavia si trasformava sotto  gli effetti del'alcool e della droga, manifestando i lati più violenti e brutali della sua personalità. La sua salute, fragile sin dall'infanzia, venne ulteriormente minata dagli abusi e da un tenore di vita spesso al limite della povertà, tanto da portarlo a una morte prematura a soli trentacinque anni. 
La sua fama cominciò a crescere subito dopo la morte facendo di lui una figura leggendaria, archetipo del genio maledetto (Modigliani in una fotografia de 1909)
L'unico autoritratto di Modigliani
eseguito nel 1919.
L'anno prima di morire
Nella vita come nella carriera Modigliani rappresentò la figura dell'artista romantico, che, vivendo in una squallida soffitta e sostenendosi con alcool e droghe , sfidava la povertà e le convenzioni per amore dell'arte..
Nacque a Livorno il 12 luglio 1884 da genitori appartenenti entrambi a rispettabili famiglie ebree. Uno dei nonni era un ricco banchiere, ma quando Amedeo venne al mondo il padre Flaminio aveva da poco subito un tracollo finanziario passando dall'agiatezza a una dignitosa povertà. La madre Eugenia, donna dal carattere molto forte, al punto da essere considerata il vero capofamiglia, era anticonformista,molto colta, amante delle lettere: critica letteraria e traduttrice ( era francese di nascita), fondò anche una scuola sperimentale per bambini- Fu sopratutto per merito suo se Amedeo-o Dedo come veniva chiamato in famiglia-potè crescere in un ambiente assai stimolante dal punto di vista intellettuale. Ultimo di quattro figli, Modigliani era un bambino bellissimo e la madre che lo amava in modo particolare lo viziava, lo viziava sopratutto per la sua salute precaria ( nel 1895 era stato colpito da pleurite e nel 1898 da tifo).
Poco prima del tifo Amedeo aveva iniziato a prendere lezioni di disegno, cosa di cui, come  scrisse la madre nel suo diario, "...aveva una gran voglia da un pezzo. Lui si vede già pittore...". Una volta guarito Modigliani fu autorizzato a lasciare la scuola , per la quale non aveva mai mostrato interesse e a quattordici anni iniziò a studiare solo arte sotto la guida di Guglielmo Micheli, un pittore locale.



Testa di donna con cappello
dipinto nel 1907,
Nel 1901 Modigliani fu vittima di un nuovo attacco di pleurite, che degenerò in tubercolosi, malattia che avrebbe contribuito alla sua morte prematura. Per riprendersi, si recò insieme con sua madre a Capri e, sulla via del ritorno, visitò Roma e Firenze. Durante questi viaggi il giovane tenne una fitta corrispondenza con un amico pittore, Oscar Ghiglia, al quale esternò il suo entusiasmo e la  sua passione per l'arte. Nel 1902 Modigliani si trasferisce a Firenze, per iscriversi alla Scuola Libera di Nudo di Giovanni Fattori; qui affinò la sua tecnica, in quei disegni di nudi femminili che  sarebbero poi stati una delle contanti della sua opera.
Nel marzo del 1903 si stabilì a Venezia, dove per tre anni continuò gli stessi studi presso la Scuola Libera di nudo del Regio Istituto di belle Arti. Potè farlo grazie all'aiuto economico  dello zio Amèdèè Garsin, fratello della madre, da cui aveva ereditato il nome di battesimo.Solo una piccola parte delle opere di Modigliani in quegli anni è giunta sino a noi e sono anche le notizie relative alla vita che condusse durante il soggiorno veneziano.





Roma, 27-2-2006 Il Presidente Ciampi durante la visita alla Mostra "Modigliani" osserva un ritratto di Leopold Zborowski, illustrato dalla Prof.ssa Mariateresa Benedetti. Zborowski divenne il mercante di Modigliani. Amava l'arte appassionatamente e fu sempre devoto all'artista, arrivando persino a vendere i propri vestiti per finanziarlo.



Hanka Zoborowska,
moglie del mercante,
posò per l'artista per
fargli risparmiare i soldi
per una modella
Ritratto eseguito nel 1918
Modigliani, come tutti i giovani del suo tempo, non sognava altro che Parigi, considerata l'incontrastata       capitale mondiale dell'Arte. E difatti nel gennaio del 1906, all'età di ventuno anni, andò a viverci. All'inizio si stabilì in un confortevole albergo, vicino al centro, ma presto traslocò in alloggio più modesto a Montmatre e poi, dal 1909, a Montparnasse, il quartiere parigino degli artisti Modigliani aveva il vantaggio, rispetto ai numerosi artisti stranieri di parlare bene il francese grazie alla nazionalità della madre e questo gli consentì di crearsi  in breve tempo una cerchia di amici   con i quali godette i piaceri della metropoli.
Ritratto del primo mercante di
 Modigliani
Paul Guillaume-1916
Le difficoltà di Modigliani aumentarono dopo lo scoppio della guerra, quando molti amici lo lasciarono per andare a combattere. Nonostante le difficoltà, comunque, la sua carriera artistica fece notevoli progressi, proprio in tale periodo; abbandonata la scultura, tornò alle tele e nel 1914 le sue opere attirano l'attenzione del mercante d'arte Paul Guillaume. Nel 1916 Lèopold Zborowski, un mercante di origine polacca da cui Modigliani ricevette pagamenti regolari, diventò il suo procuratore artistico e riuscì a convincere la proprietaria di una galleria d'arte Berthe Weil, a organizzare una mostra delle sue opere nel dicembre del 1917, l'unica " personale" che Modigliani ebbe in vita. Benchè nata sotto i migliori auspici, la mostra finì in farsa. La galleria situata di fronte a una stazione di polizia e quando una piccola folla si radunò a guardare un nudo provocatorio in vetrina, si avvicinò un gendarme per verificare che cosa aveva suscitato tanto interesse; in breve, madame Weil fu costretta a togliere la "porcheria" dalla vetrina e la mostra dei dipinti di Modigliani venne chiusa ancor prima di essere ufficialmente aperta.



IL CAPOLAVORO


Nudo sdraiato (1917-18) 510x750 cm Collezione Gianni Mattioli Milano.

Il nudo sdraiato è forse il tema a cui viene  più spesso associato Modigliani e questo è uno degli esempi più splendidi nella sua combinazione di eleganza di linee, semplicità di disegno,pennellata espressiva e intenso erotismo. La donna si stende lungo tutta la tela con braccia e gambe tagliate dal bordo del quadro: i toni dorati dell'incarnato del volto e del corpo risaltano a confronto con le larghe pennellate terracotta, blu spento e bianco dello sfondo.
Modigliani era uno straordinario disegnatore e difattti la forza dell'immagine sta tutta nella  bellezza delle linee: i contorni del busto e delle braccia, la statuaria semplicità del collo e l'ovale del viso. Il disegno della figura e il libero trattamento dello sfondo completano la fluidità dell'immagine. La posa e l'espressione suggeriscono intimità, ma la stilizzazione dei lineamenti aggiunge un senso di smaterializzazione. Gli arti incompleti accrescono tale effetto e fanno apparire la donna più vicino a chi la osserva

L'Amazzone- 1909( 92 x 65 cm) Collezione privata.

Modigliani ricevette l'incarico di dipingere questo ritratto da una giovane aristocratica di cui non si conosce il nome, nota solo come "Madame la baronne de H". La committende che si aspettava un'immagine attraente e piena di fascino  analoga a quelle di Giovanni Boldini o Antonio Mancini, i famosi ritrattisti dell'alta società dell'epoca, non fu soddisfatta  del risultato e rifiutò il dipinto, che venne acquistato dall'unico vero mecenate di Modigliani, Paul Alexandre. Modigliani aveva creato un'immagine straordinaria ma certo non lusinghiera senza nessuna traccia di quell'insistita  attenzione alla preziosità degli abiti tanto cara ai ritrattisti mondani.
Dopo questa esperienza, si rese conto che questo genere di lavoro non gli confaceva e non fece più opere simili.

Jeanne Hèbuterne-  in Maglione Giallo (1919 circa) 100 x 65 cm.
 The Solomon R. Guggenheim, New York.

Negli ultimi anni la modella preferita dell'artista fu la sua compagna Jeanne Hèbuterne qui in uno dei suoi ritratti più riusciti. Non è datato, ma le forme estremamente allungate e modellate in armoniose linee fluide indicano che il ritratto fu dipinto nell'ultimo periodo, forse nel 1919 o, al più presto, nel 1918. Nonostante il giallo caldo del maglione, l'atmosfera del dipinto è lungi dall'essere allegra, in quanto Jeanne viene presentata più come idolo lontano e distaccato che come essere umano. La testa, in un collo di cigno, ricorda le maschere africane e gli occhi sono ridotti a due fessure di azzurro gelido.
A posteriori, conoscendo i tragici eventi che videro protagonisti Modigliani e Jeanne, si potrebbe leggere nel dipinto una sorta di premonizione di ciò che sarebbe successo: in ogni caso è certamente possibile percepire nel quadro molta tensione e inquietudine.

Nel 1918, Modigliani si trasferisce nel sud della Francia per sfuggire alle privazioni della guerra.
Jeanne gli da una bambina, anche lei chiamata Jeanne. Nel 1920, tornato a Parigi, si ammala. Muore il 24 gennaio: il giorno dopo Jeanne incinta, si toglie la vita.


Amedeo Modigliani(1919) olio su tela. Dimensioni 46x33 cm
Collezione privata.

« La vita è un dono, dei pochi ai molti, di coloro che sanno e che hanno a coloro che non sanno e che non hanno. »

(Amedeo Modigliani, dedica apposta sul ritratto della modella Lunia Czechowska)

Lunia Czechowska era la moglie dell'amico di infanzia di Léopold Zborowski, mercante d'arte e mecenate di Modigliani. Alla Czechowska, il pittore, dedicò numerosi ritratti.

******


STELLE


Stelle.
Silenti spettatrici
di ire e di gioie
di cose terribili.

Immote compagne
del viandante solitario
del pescatore di notte
di chi attende un ritorno.

Agli sguardi offrono
gioiose faville.
Splendore diffondono.
Desideri accendono.

Stelle.
Ardenti dispensatrici di speranze.
I sogni illuminano
di colori in gamma impensata.

Splendenti ammiccano
nelle notti d'estate.
Richiamo di bionde sirene
per il novello Ulisse.

Stelle.
Nella loro magica polvere
dall'inizio del tempo è racchiuso
il mistero dell'Universo.
Annarita Ruberto

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