Per conservare vivi e funzionanti i nostri rapporti con gli antichi maestri, in ultima analisi, è necessario forzarli. Questa lucida affermazione di Francis Haskell ci ricorda quanto sia difficile, per la storia dell'arte come disciplina scientifica, tenere in vera tensione il dialogo personale, intellettuale ed emotivo con le opere d'arte del passato.Anche per questo è importante ricordare che le più penetranti, pur se spesso le più forzate, interpretazioni di un artista sono state elaborate da altri artisti.

domenica 11 aprile 2010

Il Modello Orientale.

Il gusto dell'esotico nell'Europa di fine secolo


Il ricchissimo patrimonio di arte giapponese ed orientale, raccolto in Giappone durante il periodo Meiji da Edoardo Chiossone è ora esposto nella Villetta Di Negro.
Il museo ospita opere giapponesi di varie epoche: pittura (dal XI al XIX sec.), armi e armature, smalti, ceramiche, lacche, porcellane, stampe policrome, strumenti musicali, maschere teatrali, costumi e tessuti, bronzistica, e una ricca collezione di grandi sculture del Giappone, della Cina e del Siam.





Nel Gennaio del 1870, Frèdèric Bazille comincia a lavorare a La toilette, un'opera importante, dal soggetto vagamente esotico. Il giovane pittore ripone molte speranze in questo lavoro, il genere orientalista è molto di moda nella Parigi del tempo. La scelta di un simile soggetto gli fa sperare nell'ammissione al Salon. Ma le speranze di Bazille vanno presto deluse: la giuria  con sorpresa accetta la seconda tela da lui presentata _ Scena d'estate(1869, Cambridge, Massachusetts, Fogg Art Museum), ben più moderna nel soggetto- ma non la toilette.Forse, come ipotizza lo stesso Bazille, convinto che l'opera sia stata dimenticata e non sia stata sottoposta al vaglio della giuria, ma forse essa ha pagato lo scotto di uno stile dagli accenti troppo "alla Manet" e di una fattura libera, originale lontanissima da tanta pittura orientalista di matrice accademica.nella scena di Bazille si respira ben poca di quella sensualità che permea altre opere di oggetto simile, Compresa l'Odalisca di Renoir: è questa atmosfera svelatamente erotica che il grande pubblico cerca nelle tele orientalista, che permette di ritrarre splendidi nudi voluttuosamente adagiati tra stoffe di ricchi decori e dalle cromie sontuose, senza destare alcun scandolo.

Odalisca- 1870- 
Washington National Gallery of d'Art.
L'immaginario collettivo ha ormai adottato l'idea di un Oriente magico e seducente e erotico, popolato da conturbanti odalische, eunuchi e califfi. Gran parte del successo del "sogno orientale" è dovuto alla diffusione dei racconti-Le mille e una notte- di  Shehèrazade, che alla fine del XVIII secolo conoscono un'ampia diffusione in tutta Europa. Da molti ignorata la tensione di molti passaggi spirituali a colpire l'immaginario dell'uomo occidentale sono sopratutto gli accenti svelatamente erotici.


 Donne di Algeri nei loro appartamenti. 
1834. Olio sui tela. cm. 1,80X2,29.
 Parigi, Louvre
Eugéne Delacroix, dopo aver duramente giudicato quei pittori che sentivano la necessità di un viaggio in Oriente, predicando di trovare l'ispirazione a casa propria, partirà per il Marocco e ne resterà sedotto. Le sue tele dedicate al tema riescono a resituire a pieno l'atmosfera orientale: sono immagini risolte con grande maestria, profondamente evocative, sensuali ma non erotiche, affascinanti. - Le sue Donne di Algeri sono agli antipodi delle belle odalische di Ingres,dalla lineare purezza classica, esercizio di perfezione formale e massimo esempio della vocazione accademica.

Nel 1832, sulla via del ritorno dalla missione diplomatica di cui faceva parte, Eugéne Delacroix, visita Tangeri e Algeri, qui grazie a un certo Poirel, un ingegnere del porto, riesce con la massima segretezza a ottenere l'accesso all'harem di un capitano. "Dopo aver attravesato alcuni corridoi bui, si penetra nella parte della casa  che è a lui riservata, l'occhio viene abbagliato dalla luce viva, dai freschi visi di donne e dei bambini, che appaiano all'improvviso di fronte a un ammasso di seta e d'oro" Delacroix, trae immediatamente appunti, traccia schizzi su un taccuino oggi conservato al Louvre e annota dettagli e sensazioni di quell'immersione emotiva e spirituale vissuta nell'harem, che ricostruisce poi nell'atelier parigino, facendo posare modelle vestite alla moda algerina.

Il pittore in  questa tela  riproduce attentamente , fogge e accessori. Al centro della composizione, accanto al narghilè, c'è un piccolo braciere quasi spento, alle pareti uno specchio stile veneziano e a destra il pannello in ceramica bianca e azzurra con una dedica ad Allah: sul fondo, la porta semichiusa lascia intuire altri luoghi reconditi della casa. Infine le babbuccie di stoffa  rossa in primo piano, inserto chiave di tutta la potenza
espressiva di un'atmosfera semplice ma ricca di intimità, ove gli  abiti e i monili delle donne,, insieme alla loro espressione serena suggeriscono una sensualità pacata. L'opera segna un Oriente quasi magico, svicolato dalla visione più voluttuosa e travolgente degli anni precedenti.



Gustave Guillaumet
Le Sahara ( 1767, Parigi, Musèee d'Orsay)

Il soggetto orientalista non si riduce alle sole scene di vita nell'harem.
Nelle sale delle esposizioni ufficiali si moltiplicano le tele che raccontano di sterminate distese desertiche, di  accampamenti nel Sahara o della cudeltà dei mori.Emblematica la tela presentata al Salon di Gustave Gullaumet- Le Sahara-
Un dipinto profondamente realistico di una carcassa di cammello abbandonata in un desolante scorcio di sabbia assolata, l'artista riesce a evocare l'idea della morte in tutto il suo orrore


 Eugene Fromentin
Le pays de la soif 1869
Musee d'Orsay, Paris, France
Eugene Fromentin,  racconta come il deserto intrappola e uccide un gruppo di viaggiatori.Ma l'oriente più temibile è  quello  ritrato  da  Herri Regnault - Esecuzione senza giudizio sotto i  re mori di Granada


 Herri Regnault 
Esecuzione sotto il re moro di Granada, 1870, Musée d'Orsay

Opera monumentale (302 X 146) le cui ampie dimensioni accentuano la forza e la brutalità del soggetto. Alla raffinatezza e al lusso dell'architettura moresca, suggerita dal raffinato pannello dell'artista si contrappone l'immagine terribile dell'esecuzione, in un crescendo di tensione, che raggiunge il vertice nella testa decapidata che rotola dai gradini, tintengiandoli di sangue.

Regnault aprirà un atelir a Tangeri,dove dipingerà opere originali e intense, che susciteranno sempre un certo scalpore al Salon. La morte prematura, sui campi di battaglia della guerra franco-prussiana, contribuirà alla nascita di un vero e proprio mito intorno alla figura dell'artista.




Giapponismo:tra fenomeno e moda 

  Katsushika Hokusai
Katsushika Hokusai e' il piu' celebre pittore e xilografo giapponese, considerato il piu' grande artista della scuola denominata Ukiyo-e, e, con Hiroshige, il massimo interprete della stagione piu' alta dell'incisione giapponese. E' forse l'artista non solo giapponese, ma asiatico piu' conosciuto nel mondo: Edmond de Goncourt gli dedico' un'ampia e dettagliata monografia gia' nel 1896.


Il  lungo isolamento del Giappone si interruppe nel 1853, quando una squadra della marina americana agli ordini del comandante Mattehew Perry penetra nella baia nell'antica citta di Edo (l'odierna Tokio), violando gli editti dello ahogun che negavano l'ingresso degli stranieri nei porti giapponesi.

Negli anni che precedono il 1853 soltanto l'Olanda, sfruttando l'eccezionale autorizazione concessa dalla Compagnia delle Indie Orientali, aveva potuto avvicinarsi alla produzione artistica e artigianale del Giappone: una possibilità che non esita a rendere pubblica nelle sale delle esposizioni di Dublino e New York, entrambe nel 1853.Anche a Parigi, due anni dopo l'Olanda punterà molto sui manufatti giapponesi, presentando in mostra mobili laccati, porcellane e vasi di rame smaltato L'esposizione genera un'ondata di curiosità verso l'arte giapponese, che indurrà molti mercanti ad aprire negozi specializzati.


James McNeill Whistler
Stanza dei pavoni (1876-1877 Washington, freer Art gallery)


particolare della - Stanza dei pavoni-
La tela protagonista della stanza è una delle opere che meglio testimoniano l'approccio all'universo nipponico da parte dell'artista americano. Splendide giovani dalle fisionomie occidentali vestono abiti da geisha, posando in ambienti colmi di japonaiseries. il pavimento, il tappeto, il ventaglio, le stoffe del chimono evocano un Giappone seducente e raffinatissimo, quanto superficiale e immaginario.La stanza decorata da Whistler nel 1876 per il palzzo  Frederich Lejland,  per una  rottura tra i due viene smontata e conservata, dopo vari passaggi, a Washington - resta una delle manifestazioni più straordinarie di applicazione del gusto giapponista al design e alle arti figurative.


Acquazzone improvviso su Ohashi ad Atake" di Hiroshige, 1857-Il giardino dei susini a Kameido" di Van Gogh, 1887
Il lavoro di Van Gogh con l'arte giapponese è intensissimo e più  volte sottolineato nei suoi scritti: "Tutto il mio lavoro si basa sulla giapponeria", scriverà al fratello Theo.nella sua breve esistenza Van Ggh raccoglierà più di quattrocento  stampe orientali, tutte opere dei più grandi maestri giapponesi.. Nelle opere datate 1887, dove l'artista sceglie gamme cromatiche limitate a pochi colori molto accesi - sopratutto il giallo e il rosso - 
Oltre a un modello estetico e formale, il Giappone rappresenta per Van Gogh anche un esemplare sociale." Gli artisti giapponesi praticano spesso degli scambi". Van Gogh era  sempre propenso a scambiare tele con altri pittori, in uno spirito di fratellanza e collaborazione tra artisti.


La coda davanti alla macelleria
!871-Baltimora The baltimore- Museum of Arte
Tra i primi a studiare con attenzione gli esempi delle opere a stampa provienienti dal Giappone è Manet, che media dai modelli nipponici alcuni suggerimenti iconografici e stilistici per la propria grafica. Ne offre una testimonianza la bellissima acquaforte- La coda davanti alla macelleria, ricordo dell'assalto di Parigi. La costruzione spaziale e il processo di semplificazione cui sottopone le figure discendono con evidenza dai Manga di Hokusai


Camille in abiti giapponesi 1876 Boston Museum of Fine Arts
Anche Claude Monet con una certa ironia traveste sua moglie da geisha, la ritrae davanti a una pioggia di di ventagli giapponesi.Il sorriso della bionda Camille, il suo suo atteggiamento sbarazzino. la bellezza del ricamo dell'abito e la scelta cromatica rendono l'opera una delle più alte incursioni di Monet nella pittura di figura.Monet acquista ad Anversa le prime incisioni giapponesi, che andranno a formare una collezione che arriverà a comprendere più di duecento esemplari firmati dai più famosi artisti giapponesi dell'ètà moderna



Van Gogh - Portrait of Pere Tanguy 1887-8
Parigi Musèe Rodin
Le stampe rappresentate sono tutte realmente esistenti o riconoscibili alla produzione dei grandi maestri giapponesi. Sulla sinistra spicca La cortigiana Tukao, il ciliegio in fiore  alto a destra- che offrirà importanti spunti al pennello di Van Gogh. L'artista ha una grande passione per la cultura giapponese E certo  questo il motivo  che non solo  lo spinge a inserire una serie di stampe orientali come sfondo  del ritratto dell'amico ma anche a gestire l'intera composizione e la semplificazione formale propria dell'arte nipponica La figura, incisa nel colore, dell'uomo in primo piano partecipa all'atmosfera suggerita dalle stampe alle sue spalle. Nella parte alta spicca la sagoma del monte Fuji che, simbolicamente sovrasta la testa del protagonista, quasi incoronandolo.



Ossessione

Trafiggono
l'attonita
mente
parole.

Scavano
lame
la madida
carne.

Grondano
dal cielo
lacrime
grevi.

Pulsa
nel petto
scordato
strumento.

Urlo
muto
in assordante
silenzio.

Ossessione
mi serra
in impalpabili
spire.

Ossessione
di te
che non
mi lascia.


4 commenti:

  1. Una carrellata di opere intense, molte delle quali sono circondate da un alone di sensualità.

    Tra i grandissim artisti che hai citato, mi colpiscono le opere di Henri Régnault intrise di acceso colorismo. Ho avuto modo di ammirare sui testi "La contessa di Barck" e "Salomè", che dipinse quando si stabilì in Marocco.Opere affascinati dalla intensa carica emozionale.

    Tutto molto bello. Bravissima come al solito.

    Un abbraccione
    annarita

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  2. Cara Annarita, e non ho postato altre opere, mi sono astenuta dal farlo.
    L'Oriente troppo magico seducente, ed erotico e i racconti de Le mille e una notte- lo dimostrano e tra queste pagine si accende la fantasia dell'uomo occidentale.

    Tanto tempo fa iniziai a leggere le mille e una notte, ma poi non so perchè mi stancai, forse perchè ero solo una piccola donna? L'inizio mi piacque, ma poi quei racconti che finivano all'alba, per riprendere la sera mi stancaroro e cosi lasciai.
    Nelle opere di Regnault, si legge tanto del grande Velàzquez,
    la perfezione e come Velàzquez anche Regnault sa traferire sulla tela le sue più intime emozioni.

    Grazie Annarita della tua costante presenza in questo spazio che amo tanto.
    Buona settimana e Buon Giorno.

    Un bacio. ciao!

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  3. Ciao, sono Sandra. Passo di qui per dirti che ho letto il tuo commento sul post di Angelo Azzurro: mi piace molto quello che hai scritto e trovo che sia vero. Forse perchè sono una principiante in questo mondo-blog (solo 4 mesi)e non so come fosse prima...condivido in pieno ciò che dici a proposito del "metterci la faccia" in ciò che pubblichi.
    Questo tuo spazio è affascinante: ora fa parte delle mie "passeggiate quotidiane".
    Buon finesettimana.

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  4. Ciao Sandra, piacere di conoscerti.
    Sono passata da te, complimenti per il tuo blog
    Ciao nonna
    Grazie per la visita.

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