Per conservare vivi e funzionanti i nostri rapporti con gli antichi maestri, in ultima analisi, è necessario forzarli. Questa lucida affermazione di Francis Haskell ci ricorda quanto sia difficile, per la storia dell'arte come disciplina scientifica, tenere in vera tensione il dialogo personale, intellettuale ed emotivo con le opere d'arte del passato.Anche per questo è importante ricordare che le più penetranti, pur se spesso le più forzate, interpretazioni di un artista sono state elaborate da altri artisti.

venerdì 18 dicembre 2015

La Miniatura

I geni della Miniatura


La miniatura che nei secoli remoti, fin alle soglie dell'età gotica, si presenta in formule canonizzate e calligrafiche, colme di alto fascino decorativo.

Si dice che, comunemente, che essa diventa pittura, o anche "corollario"dell'arte sorella maggiore, che seguirebbe obbediente e docile.
Il che è solo parzialmente vero, in quanto, assai spesso, la miniatura si presenta con l'autorità della"grande arte", e negli altri casi- meno eccellenti o corsivi- come insostituibile testimonianza dello svolgersi della pittura, specie là dove la storia di quest'ultima sia lacunosa.

Poichè il Rinascimento, nel suo aspetto letterario, artistico, filosofico e culturale, si manifesta a Firenze,  è ragionevole, tracciare un panorama   della miniatura rinascimentale, incominciare da questa città, in una parola dalla Toscana, più sensibile che altrove nella Penisola.

Dobbiamo questa presenza a uno dei maestri più spirituali e raffinati, il Beato Angelico.
E' ormai pacifico che l'alunnato del Beato  Angelico si sia svolto all'ombra di Lorenzo Monaco e della scuola miniaturistica del Convento camaldose  di S. Maria degli Angeli. La formazione miniaturistica  dell'Angelico recherà un'impronta indelebile nella sua pittura su tavola- dove la materia perde il suo peso è diventa luce e colore ma sempre sorretta da una  misura toscana. Raccogliere l'eredità dell'Angelico non era cosa facile. Con Il Beato Angelico, si può considerare l'inizio "ufficiale"della miniatura rinascimentale emersa dal colorismo bidimensionale gotico di Lorenzo Monaco


  l'innocenza è fatta danzatrice.
Passiamo a Francesco d'Antonio del Cherico (1463- 1485) Artista con personalità decisa , orientato verso il pieno Rinascimentale, con predilezioni cromatiche derivate da Domenico Veneziano e dal Baldovinetti; di cui incanto irraggia specailmente dai piccoli libri liturgici per uso di pietà privata.
La squisitezza di Francesco d'Antonio va di conserva con la dolcezza e festosità cromatica. Sapiente evocatore del mito, ormai rinverdito dalla passione umanistica; egli si accosta alle antiche favole con freschezza primaverile.

1 commento:

  1. Sono una meraviglia. Speriamo che questo mondo caotico ed un po'grossolano non ci faccia dimenticare il gusto del bello.

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